Sicilia e legislazione turistica: il quadro normativo di riferimento
La Regione Siciliana tramite la legge regionale n. 10/2005, “Norme per lo sviluppo turistico della Sicilia e norme finanziarie urgenti”, ha legiferato una propria versione dei sistemi Turistici Locali (definiti con la legge n.135/2001, “ Riforma della legislazione nazionale del turismo”, poi abrogata con l’approvazione del Codice del Turismo), ovvero i distretti turistici, i quali vengono così definiti:
“ Si definiscono distretti turistici i contesti omogenei o integrati comprendenti ambiti territoriali appartenenti anche a più province e caratterizzati da offerte qualificate di attrazioni turistiche e/o di beni culturali, ambientali, ivi compresi i prodotti tipici dell’agricoltura e/o dell’artigianato locale” (art. 6, comma 1)
Viene inoltre stabilito che i distretti turistici:
“ (….) possono essere promossi da enti pubblici, enti territoriali e/o soggetti privati che intendono concorrere allo sviluppo turistico del proprio territorio o di più territori appartenenti anche a province diverse, attraverso la predisposizione e l’attuazione di specifici progetti” (art. 6, comma 2)
Qui è chiaramente ravvisabile un’idea di messa a sistema di obiettivi e competenze, attraverso una logica di cooperazione tra soggetti pubblici e privati, i quali studiano e valutano insieme le risorse del territorio e ne programmano un efficace sviluppo tramite specifiche azioni, ovvero grazie a uno specifico piano di sviluppo turistico.
La programmazione regionale segue in questo senso un approccio bottom-up, non imponendo dall’alto degli schemi pre-confezionati, quanto piuttosto ascoltando le esigenze del territorio, il quale è esso stesso spinto all’aggregazione, all’autovalutazione e conseguentemente a comprendere le proprie necessità.
Con il decreto assessoriale n. 4/2010 da una parte vengono fissati presupposti, requisiti e obiettivi dei Distretti turistici siciliani, mentre dall’altra viene stabilito che essi debbano essere costituiti in forma territoriale, dunque tra territori contigui, o in forma tematica, integrando fra loro territori non contigui ma caratterizzati da un tema specifico. Nel territorio isolano sono stati individuati 25 distretti territoriali e 9 distretti tematici.
Recentemente l’Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana ha elaborato delle linee guida di sviluppo dei distretti turistici regionali , fondate sulla valorizzazione del patrimonio culturale, naturalistico e ambientale, le quali si pongono in linea con il “Piano strategico di sviluppo turistico 2014-2020”.la logica di fondo a questa linea politica è dare priorità strategica al comparto turistico nella regione, al fine di contrastare la crisi che accomuna tutti i settori produttivi, attraverso tre principali orientamenti: concentrare le risorse (fondi regionali ed extra-regionali) sulla valorizzazione; favorire l’aumento delle attività economiche legate a tali risorse e alla loro fruizione; ultimo ma fondamentale punto di svolta: l’evoluzione dei distretti turistici in una DMO, o Destination Management Organization. Si tenta in tal modo di rendere il turismo volano di sviluppo per la regione, coinvolgendo le attività economiche già radicate nel sistema produttivo della regione, creando un brand Sicilia unitario, qualificando l’offerta e innovandola.
La svolta tra la precedente impostazione in distretti e la nuova organizzazione sistemica in DMO è che si passa da un’offerta turistica che si basa su elementi meramente territoriali, con scarsa competitività e quasi nulla capacità di fare sistema, ad un soggetto unico e consapevole, promotore di un prodotto turistico integrato, con obiettivi e strategie comuni, derivanti dal livello di fiducia reciproca e dalla disponibilità alla collaborazione fra vari attori, guidati dalla presenza di alcuni soggetti leader. In tal modo si supera la frammentarietà della pluralità di distretti per giungere all’unicità del brand Sicilia, dall’immagine unitaria, e che rappresenta un unico “contenitore” di tutte le offerte del territorio. le strategie attraverso cui ci si prefigge di raggiungere tale risultato sono la soddisfazione del turista, l’incremento della qualificazione professionale del personale, il coinvolgimento della comunità, la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse culturali dunque anche la promozione di forme di turismo sostenibile, un marketing del prodotto turistico integrato. Si riconosce che la competitività e la capacità attrattiva della destinazione crescano al crescere del livello di integrazione tra gli operatori coinvolti, ed in questo senso la DMO si fa intermediaria e mediatrice degli interessi della comunità residente, della domanda turistica, delle scelte politiche. Nel quadro così delineato, i siti Unesco che insistono sul territorio funzionano da attrattori per il territorio tutto, e come tali il loro potenziale attrattivo deve ancora esprimersi nella loro totalità.
Non solo nelle linee guida di gestione dei distretti turistici siciliani, ma anche in tutti gli altri orientamenti strategici della regione, come anche nel “Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2020” viene promosso lo sviluppo di un turismo sostenibile.
Un turismo che “dia spazio alle comunità locali, ai siti archeologici, alle cantine sociali e ai percorsi enogastronomici anche per istituire corsi per giovani e per potenziare il turismo nei luoghi meno visitati” , ma anche un turismo accessibile, che permetta a tutti di fruire liberamente l’offerta turistica migliorandone l’accessibilità e la qualità della vita delle comunità locali. Tra gli altri obiettivi nella programmazione regionale, la promozione di sistemi di trasporto sostenibili, che permettano di diminuire le strozzature nelle infrastrutture di rete, e la riduzione della stagionalità del turismo.